Semina di Sarracenia

Semina di Sarracenia

Sei curioso di osservare tutte le fasi di crescita di Sarracenia con i tuoi occhi, ma non sai come trattare i semi? Allora sei nel posto giusto!
Ora ti spiegherò tutto quello che c’è da sapere sulla semina delle sarracenie, che vale anche (almeno in parte) per Dionaea muscipula ed altre piante carnivore temperate.

 

PREMESSA

I semi, fino al momento della semina, vanno tenuti in bustine di carta (meglio evitare la plastica, che impedisce la traspirazione e favorisce lo sviluppo di muffe), poste in frigorifero in un settore o contenitore separato dagli alimenti.

 

FISIOLOGIA

I semi di Sarracenia, alla raccolta, si trovano in uno stato fisiologico noto come “dormienza”. Ossia non sono in grado di germinare subito, anche in presenza di condizioni favorevoli, perché i tegumenti esterni impediscono l’ingresso dell’acqua necessaria per lo sviluppo dell’embrione in un germoglio. Tutto ciò è necessario, in natura, perché i semi cadono sul terreno in autunno, mentre c’è bisogno che germinino in primavera, una volta superati i rigori invernali.

E quindi cosa succede?

In natura è l’azione stessa del freddo e degli agenti atmosferici, durante l’arco dell’inverno, a creare delle piccole spaccature nei tegumenti, cosicché all’arrivo dei tepori primaverili le nuove plantule possano spuntare.

 

STRATIFICAZIONE FREDDA NATURALE

Ma veniamo al sodo… Noi cosa dobbiamo fare?

Non dobbiamo fare altro che simulare in coltivazione questa esperienza di freddo e bagnato per un paio di mesi.

La via più semplice ed efficace è la “stratificazione fredda naturale”:

  • Si prepara il substrato di semina nei vasi o contenitori prescelti con un paio di settimane di anticipo, in modo che le eventuali colonie microbiche presenti possano proliferare e raggiungere un equilibrio prima di entrare in contatto coi semi, limitando così le perdite per ammuffimento. Come substrato è bene utilizzare torba acida di sfagno e perlite in parti circa uguali, lasciando però uno strato superficiale di circa 1cm di sola torba fine. Si pongono i vasi in un sottovaso con acqua demineralizzata, il tutto all’esterno o in serra fredda.
  • Dopo 2 settimane si può procedere con la semina, semplicemente spargendo i semi sul substrato, senza ricoprirli. Indicativamente in un vaso quadrato da 8x8cm si possono sistemare una trentina di semi. Questa operazione va fatta di regola a dicembre, in modo che i semi possano passare almeno un paio di mesi invernali al freddo.
  • Si trattano i vasi esattamente come faremmo per delle piante adulte e si attende la primavera.
  • Verso aprile-maggio dovremmo scorgere i primi germogli. Congratulazioni!

 

STRATIFICAZIONE FREDDA IN FRIGORIFERO

Se al momento non avete torba acida di sfagno e perlite a disposizione, o se non avete voglia di accudire dei vasi vuoti fino ad aprile, o se avete paura che vento e intemperie possano spazzare via semi e vasi, questa è una valida alternativa:

  • Si tengono i semi in bustine di carta fino a gennaio, all’incirca.
  • Si bagna un pezzo di garza sterile con acqua demineralizzata, vi si spargono sopra i semi e si ripiega la garza a coprire i semi. In alternativa si può anche usare garza non sterile o carta assorbente, ma in tal caso è possibile (benché improbabile) che alcuni semi si ammuffiscano.
  • Si inserisce la garza coi semi in una bustina di plastica, che si chiude lasciando una certa quantità di aria all’interno, utile per gli scambi gassosi dei semi. Si scrive il nome dell’incrocio sulla bustina, oppure su di un cartellino da inserire dentro la bustina o da attaccare fuori con del nastro adesivo. Si ripetono i punti 2 e 3 per ogni tipo di semi a disposizione.
  • Si mettono le bustine in frigorifero e vi si lasciano per circa 6-8 settimane.
  • Nel frattempo bisogna procurarsi torba acida di sfagno e perlite, perché è bene preparare i vasetti di semina con almeno 2 settimane di anticipo. Si usa il solito mix in parti uguali, lasciando però uno strato superficiale di circa 1cm di sola torba fine. Si pongono i vasi in un sottovaso con acqua demineralizzata, il tutto all’esterno o in serra fredda.
  • Dopo 6-8 settimane di stratificazione in frigo, e 2 settimane dalla preparazione dei vasi, si può procede con la semina, semplicemente spargendo i semi sul substrato, senza ricoprirli. Indicativamente in un vaso quadrato da 8x8cm si possono sistemare una trentina di semi. Questa operazione va fatta di regola a marzo.
  • Si trattano i vasi esattamente come faremmo per delle piante adulte e si attende.
  • Verso aprile-maggio dovremmo scorgere i primi germogli. Congratulazioni!

 

FREEZER-CUT

L’obiettivo è sempre quello di superare la dormienza fisiologica dei semi, di cui abbiamo già parlato, ma questa volta si fa con un metodo più rapido e brutale, utile se si vuole provare una semina invernale in casa o in terrario per anticipare i tempi, oppure per una semina all’ultimo minuto senza troppi fronzoli (e con percentuali di germinazione minori). Con questa tecnica infatti si creano delle vere e proprie lesioni strutturali al seme. Vediamo in che senso…

Si imbibiscono i semi di acqua e poi si sfrutta il principio dell’aumento di volume dell’acqua quando passa dallo stato liquido a quello solido (ghiaccio). Ossia, si creano delle crepe nei tegumenti del seme, permettendo il passaggio dell’acqua all’interno dello stesso, l’attivazione metabolica dell’embrione ed in definitiva, nelle giuste condizioni ambientali, la nascita della plantula.

Vediamo i passaggi necessari:

  • Sarebbe bene preparare il substrato di semina nei vasi o contenitori prescelti con un paio di settimane di anticipo, in modo che le eventuali colonie microbiche presenti possano proliferare e raggiungere un equilibrio prima di entrare in contatto coi semi, limitando così le perdite per ammuffimento. Come substrato è bene utilizzare torba acida di sfagno e perlite in parti circa uguali, lasciando però uno strato superficiale di circa 1cm di sola torba fine. Si pongono i vasi in un sottovaso con acqua demineralizzata.
  • Si bagna un pezzo di garza sterile con acqua demineralizzata, vi si spargono sopra i semi e si ripiega la garza a coprire i semi. In alternativa si può anche usare garza non sterile o carta assorbente, ma in tal caso è possibile (benché improbabile) che alcuni semi si ammuffiscano.
  • Si inserisce la garza coi semi in una bustina di plastica (o altro contenitore). Si scrive il nome dell’incrocio sulla bustina, oppure su di un cartellino da inserire dentro la bustina o da attaccare fuori con del nastro adesivo. Si ripetono i punti 2 e 3 per ogni tipo di semi a disposizione.
  • Si mettono le bustine in frigorifero e vi si lasciano per 2-4 giorni.
  • Si spostano le bustine in freezer e vi si lasciano per 2 giorni. È possibile, ma non indispensabile, ripetere gli step 3 e 4 una seconda volta.
  • Si tengono le bustine un altro giorno a temperatura ambiente senza manipolare i semi, per evitare di danneggiarli troppo mentre sono congelati.
  • Si passa alla semina, semplicemente spargendo i semi sul substrato, senza ricoprirli. Indicativamente in un vaso quadrato da 8x8cm si possono sistemare una trentina di semi.
  • Si trattano i vasi esattamente come faremmo per delle piante adulte e si attende. Se si effettua la semina indoor, ovviamente i vasi vanno posti sotto una luce adeguata.
  • Dopo 2-4 settimane dovremmo scorgere i primi germogli. Congratulazioni!

Come avete visto, quindi, rispetto alla stratificazione fredda questo è un metodo molto più “fast”, ma purtroppo è anche più “furious”, nel senso che molti semi non sopravvivono. La nostra esperienza personale ci ha dato una germinabilità di circa il 50%, contro oltre il 90% degli altri metodi.

Una tecnica che si trova più o meno a metà strada è l’utilizzo dell’acido gibberellico.

 

ACIDO GIBBERELLICO

Cos’è, quindi, questo fantomatico acido gibberellico (abbreviato in GA3)?

Altro non è che un fitormone, ossia un regolatore della crescita che si trova naturalmente in tutte le specie vegetali. Svolge numerose attività biologiche, ma quella che più ci interessa è la capacità di favorire e velocizzare la germinazione dei semi di tutte quelle specie che normalmente necessitano di lunghi tempi di attesa o di trattamenti particolari (stratificazione calda, stratificazione fredda, affumicatura).

Perché usarlo su Sarracenia?

Bhè… perché con un trattamento di 1 o 2 giorni possiamo completamente saltare 2 mesi di stratificazione fredda! E la percentuale di germinazione, solitamente, è ben sopra il 50%. Non male!

Tuttavia bisogna sapere COME usarlo!

L’acido gibberellico si può trovare in commercio in diverse forme (in soluzione idro-alcolica, in pastiglie, ecc.), ma il nostro consiglio è di procurarvelo in polvere. Bisogna poi stare attenti alla purezza, perché usare una certa quantità di GA3 al 95% darà risultati ben diversi dall’usare la stessa quantità di GA3 al 5%… quindi, occhio!

Ora veniamo al sodo: il trattamento dei semi di Sarracenia consiste nell’immergerli in una soluzione acquosa di GA3, per 24-48 ore, alla concentrazione di 500 ppm (parti per milione), o 500 milligrammi al litro. Ciò significa che bisogna pesare mezzo grammo di GA3 puro e scioglierlo (shakerando molto bene) in un litro di acqua demineralizzata.

Nota: la soluzione non può essere conservata, perché il GA3 in acqua si degrada velocemente già dopo pochi giorni.

Ecco gli step da seguire:

  • Scarificare molto lievemente il tegumento esterno dei semi con carta vetrata (opzionale).
  • Preparare la soluzione di GA3 a 500ppm e suddividerla in tanti bicchieri/provette/altro quanti sono i diversi tipi di semi a disposizione.
  • Immergere i semi in soluzione e lasciarveli per 24-48 ore, mescolando di tanto in tanto.
  • Recuperare i semi e seminare (vedi le sezioni precedenti per ulteriori dettagli su semina e preparazione dei vasi).
  • Dopo 2-4 settimane dovremmo scorgere i primi germogli. Congratulazioni!

Come si può notare, questo è probabilmente il metodo più complicato per superare la dormienza dei semi di Sarracenia, tuttavia dà buoni risultati in pochissimo tempo.

 

SEMINA IN ACQUA

A meno che non avete optato per la stratificazione naturale, la semina in acqua è un’ulteriore opzione da valutare. In pratica si mettono i semi già stratificati (o trattati con GA3) in acqua e, una volta germinati, si spostano le plantule nel vaso con torba e perlite. I vantaggi sono principalmente maggiori ordine ed omogeneità delle plantule nel vaso, una minore moria causata da muffe e, se avete semi vecchi o di dubbia vitalità, un minore spreco di spazio (infatti si sposteranno in vaso solo i germogli effettivamente spuntati).

Il grosso svantaggio è che c’è bisogno di tanto tempo e tanta pazienza per spostare delicatamente le plantule senza danneggiarle.

Come si fa?

  • Immergere i semi (precedentemente stratificati o trattati) in acqua demineralizzata, dentro contenitori da chiudere bene (barattoli con tappo, bicchieri con pellicola trasparente, ecc.).
  • Porre i contenitori in un punto dove ricevano molta luce solare indiretta o sotto lampade idonee e temperature di almeno 18°C. In questo modo già dopo 2 settimane dovreste scorgere i primi germogli. Congratulazioni!
  • Nel frattempo preparate i vasi da semina (vedi i precedenti post per ulteriori dettagli su semina e preparazione dei vasi) e fate dei piccoli forellini larghi 1-2mm e profondi 2-4mm in cui poi andranno sistemate le plantule.
  • Quando la maggior parte dei semi sarà germinata, recuperate le plantule dall’acqua con uno stuzzicadenti ed infilatele nei forellini già preparati, dalla parte della radichetta (che è la prima ad uscire dal seme), poi rincalzate delicatamente la torba addosso alle plantule per richiudere il forellino. Continuate fino ad esaurimento plantule (… e pazienza!)
  • Fatto ciò, coprite i vasi con pellicola trasparente, che va lasciata per qualche giorno e va rimossa in maniera graduale nell’arco di almeno altri 2 giorni. Inoltre il livello idrico nel sottovaso va mantenuto molto alto: almeno a metà vaso. Tutto ciò per evitare uno shock idrico ai germogli (che prima stavano in acqua!). Mi raccomando: in questa fase non mettete i vasi al sole diretto.
  • Tolta la pellicola, si può spostare tutto nella posizione definitiva.

 

 

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