Sauromatum venosum “Indian giant” (Giglio Voodoo gigante), tubero in vaso

Pianta tuberosa perenne sub-tropicale originaria dell’India e dell’Himalaya.
Sauromatum venosum, noto anche come Giglio Voodoo, è una specie della famiglia delle Araceae appartenente al gruppo dei cosiddetti Fiori Cadavere. Si tratta di piante che producono meravigliose infiorescenze, generalmente di notevoli dimensioni, con colorazioni, consistenze ed odori che ricordano quelle di una carcassa, allo scopo di attirare le mosche della carne che rappresentano i loro principali impollinatori.

Sauromatum venosum è tra le specie di più facile coltivazione ed anche una delle più diffuse. Il clone “Indian giant” è la versione gigante di questa specie, in cui le infiorescenze hanno odore di letame, anziché di cadavere.

Ogni anno sviluppa in genere due grandi foglie multipennate alte oltre 1 metro che hanno un aspetto a metà tra una felce e una palma e sono più robuste della varietà classica di questa specie. In età adulta, prima della foglia (verso aprile), si sviluppa l’infiorescenza, simile ad un unico, grande e stravagante fiore alto fino a 60 cm!
La spata all’interno è color ocra con fitte macchie viola o rosse, mentre è completamente viola all’esterno. Lo spadice è anch’esso viola, e produce calore e un odore sgradevole. In autunno la foglia appassisce e la pianta si riduce ad un tubero globoso largo fino a 30 cm, a cui spesso sono attaccati altri tuberi più piccoli.

Coltivazione Sauromatum venosum

E’ una pianta di facile coltivazione, similare ad un ortaggio, ma bisogna seguire correttamente il suo ciclo annuale di crescita (indicativamente da maggio ad ottobre) e riposo (da ottobre ad aprile).

Durante la fase di crescita Sauromatum venosum va annaffiato abbondantemente, mentre durante il riposo il tubero andrebbe lasciato completamente asciutto, senza mai bagnarlo, altrimenti può andare incontro a marcescenza. Ciò tuttavia succede raramente.

La posizione ideale durante la fase vegetativa è in mezz’ombra all’esterno. Può anche sopportare il pieno sole se le foglie si sono sviluppate dall’inizio in tale posizione. Spostare la pianta in pieno sole in un secondo momento, invece, può provocare ampie scottature. La piena ombra è tollerata ma non consigliabile. Si può coltivare in casa in un punto estremamente luminoso. Durante la fase di riposo sarebbe bene tenere il tubero al buio.

Le temperature ideali sono comprese tra 5 e 30 °C. Nella fase di crescita sarebbe meglio tenere la pianta all’esterno. Il tubero in riposo andrebbe tenuto a temperature superiori ai 5 °C, anche se può scendere sporadicamente a zero. In molte zone d’Italia sopravvive anche all’esterno ed è possibile mantenerlo in piena terra, altrimenti si consiglia di rimuoverlo dal substrato in autunno, quando le foglie appassiscono, e mantenerlo in casa in un contenitore (tipo una busta di carta o una scatola di cartone) fino alla primavera successiva.

Ha bisogno di un terreno estremamente ricco ma anche drenante: metà terriccio universale e metà pomice, lapillo, sabbia o perlite, con l’aggiunta di concime a lenta cessione. Si consiglia inoltre di usare un fertilizzante liquido o idrosolubile per piante fiorite 1 o 2 volte al mese.

Il rinvaso, di regola, andrebbe fatto ogni anno, per adeguare il vaso alle dimensioni del tubero (deve infatti essere grande circa 3 volte il tubero) e per fornire nuove sostanze nutritive utili alla fioritura e alla crescita.