Guida Utricularia

Il genere Utricularia comprende moltissime specie di piante carnivore con un sistema di cattura davvero straordinario… peccato che in genere non si vede! Catturano piccoli organismi acquatici o sotterranei come protozoi, collemboli, minuscoli crostacei e larve di zanzara. Le fioriture comunque sono sempre molto belle. Esistono specie terricole, acquatiche ed epifite, che si coltivano in maniera diversa.

SOLE: da pieno sole a ombra, a seconda della specie. Coltivarle in mezz’ombra è spesso la scelta più azzeccata.

ACQUA: le specie terricole vanno tenute sempre col “sedere a mollo” in un sottovaso con diversi centimetri di acqua. Non usare sottovasi trasparenti, che surriscalderebbero eccessivamente l’acqua. Puoi far arrivare il livello dell’acqua anche a bordo vaso e rabboccare quando torna a pochi centimetri. Le specie epifite preferiscono essere innaffiate dall’alto senza ristagno nel sottovaso. Utilizza sempre solo acqua demineralizzata, da osmosi inversa o piovana.

Le specie acquatiche generalmente vivono come piante flottanti sotto il pelo dell’acqua e prediligono acque fresche e leggermente più ricche rispetto alle altre carnivore. Si può tagliare l’acqua demineralizzata, da osmosi inversa o piovana con un po’ di acqua minerale.

TEMPERATURA E DORMIENZA: dato che esistono oltre 200 specie di Utricularia provenienti da tutto il mondo, è necessario informarsi sulle necessità di ogni singola specie che si intende coltivare. Tuttavia, per la maggior parte, le utricularie terricole che produciamo qui nel nostro vivaio sono sub-tropicali e possono essere coltivate indifferentemente sia all’aperto che in casa tutto l’anno, le specie acquatiche sono temperate ed hanno bisogno di una dormienza invernale fredda (durante la quale si rifugiano in una struttura a pallina chiamata turione), mentre le specie epifite sono tropicali e prosperano a temperature tra 10 e 30°C.

SUBSTRATO: anche in questo caso, dipende dalla specie. Per le terricole in genere va bene un mix di torba acida di sfagno e perlite in parti uguali. Per le epifite si usa spesso sfagno secco reidratato e/o sfagno vivo. Per le acquatiche l’ideale è costruire un paludario ad hoc (cioè un piccolo ecosistema con altre piante acquatiche, piccoli crostacei, ecc.), ma le specie più comuni sopravvivono anche nelle vasche che i coltivatori più accaniti usano come “sottovasi” per le altre carnivore.

ALIMENTAZIONE E CONCIMAZIONE: Quando vengono coltivate all’aperto, le utricularie catturano prede in abbondanza e non necessitano di alcun aiuto. È comunque possibile integrare la dieta delle specie terrestri ed epifite con un fertilizzante fogliare da applicare una volta al mese. Generalmente va bene usare 1/10 del dosaggio raccomandato in etichetta di un qualsiasi concime universale con microelementi.

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